domenica 14 giugno 2009

L'intervista per posta elettronica

Ecco uno stralcio della rifelssione scritta da Beppe Severgnini...
"...una intervista per posta elettronica. Una cosa che piace agli intervistati, perché lega le mani agli intervistatori. […] L'intervista per email rimane però una novità, e una forma di resa. Occorre presentare una lista di domande; non è possibile replicare; e — ovviamente — non si ha la certezza che le risposte siano farina del sacco dell'intervistato. Potrebbero essere state scritte dagli uffici-stampa, sempre felici di limitare i momenti creativi del capo."
"L'intervista per email è il gradino più basso di una scala di soddisfazione giornalistica alla cui sommità sta l'«intervista ritratto ». L'intervistatore incontra l'intervistato, e poi scrive ciò che vuole. Certo, esistono i virgolettati che riportano — in Italia: dovrebbero riportare — le parole esatte. Ma in un incontro a quattr'occhi l'intervistato è un ostaggio. Leggete certe interviste: il docile masochismo della vittima trasuda sindrome di Stoccolma."
Ormai,nemmeno per il giornalista, esiste la possibilità di incontrare il "personaggio innarrivabile" che tutti vogliono conoscere. Il rapporto di intesa, di sfida e si conoscenza si riduce a poche battute scritte al pc e inviate ad un indirizzo di posta. Il giornalista non puà che attendere la risposta sperando che tutto sia pronto per essere mandato in stampa. Non esiste la possibilità di controbattere,di approfondire. La risposta è una. Insindacabile! Bisogna giocarsi bene la schans...

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